27 Feb 2011

Galette alle fragole e rabarbaro

Non so perchè, ma il rabarbaro ha il potere di attrarmi come un magnete. Sarà il rubino dei gambi (il colore come avrete già capito, determina spesso la mia scelta dei cibi), sarà il contrasto stregonesco fra la bontà di questi e la pericolosità delle foglie (che, per chi non ne fosse a conoscenza, sono velenose!), sarà il sapore un pò acidulo/asprognolo, ma fresco e un pò..vintage, da crostata della nonna anche se le mie nonne non credo l'abbiano mai utilizzato - strano definire un sapore per ...stereotipi, no?hmm- ad ogni modo, lo trovo irresistibile.
E quando sabato, al farmer's market del convento di Abbotsford, (che merita sul serio!), ne ho visto a mazzi in una bancarellina, non ho potuto fare a meno di portarmene uno a casa.

Il problema seguente è stato: "e ora? che ci faccio? Marmellata? Pie? Strudel? Muffin? Crostate? Ahhh lo sapevo, avrei dovuto comprarne di più!" Poi ho fatto un bel respiro, mi sono detta che dopotutto non è come se quello fra le mie mani fosse l'ultimo mazzo di rabarbaro disponibile al mondo e che volendo ne avrei potuto comprare dell'altro e così, approfittando del fatto che in frigo m'aspettava trepidante pure un pacchetto di fragole mi sono decisa: è l'ora della galette!

La ricetta per questa 'specie-di-crostata' me la porto dietro da un pò (non ricordo nemmeno dove l'abbia trovata) ed era giunto il SUO momento..

In questa ricetta, venivano utilizzate anche delle mele per il ripieno ma non ne avevo - comunque non si sente la loro mancanza!

Volendo, oltre che con le fragole o le mele, il rabarbaro si accompagna stupendamente anche con arance, pere, zenzero, cannella, per nominarne alcuni.



GALETTE ALLE FRAGOLE E RABARBARO

Ingredienti

Per la base:
190g farina (io ho usato una tipo '0' organica)
1 cucchiaio di zucchero
100g burro tagliato a dadini molto piccoli
1 cucchiaio di panna acida (o se non l'avete, panna da cucina o yogurt - la consistenza dell'impasto potrebbe cambiare leggermente, in questo caso, regolate di farina)
50ml latte
40g di zucchero a velo
Per il ripieno:
6 gambi di rabarbaro, tagliati grossolanamente
200g fragole, tagliate in quarti
140g zucchero (io ho usato metà zucchero bianco e metà di canna)
1 cucchiaino di estratto di vaniglia
1 cucchiaio di farina

Versare la farina in una terrina con lo zucchero e il burro. Lavorare con le mani, sfregando il burro fra le dita con la farina, finchè 'bricioloso'. Aggiungere la panna e il latte fino a ottenere un impasto liscio e morbido. Formare una palla, avvolgerla in pellicola trasparente e metterla in frigo per 30min.
Nel frattempo preparare il ripieno mescolando in una ciotola il rabarbaro e le fragole con il resto degli ingredienti. Mettere da parte per una decina di minuti o finchè la frutta risulta bagnata.
Riscaldare il forno a 190°, coprire con carta da forno una teglia da pizza (io per mancanza di 'attrezzi' ho utilizzato una teglia squadrata piuttosto piccola, ottenendo una torta un pò ovale:-/).
Riprendere la 'palla' dal frigo, stenderla formando un tondo del diametro di ca. 35cm. Trasferire sulla teglia e versate il ripieno al rabarbaro al centro, lasciando ca. 5cm di spazio sui bordi (non importa se il ripieno forma una 'montagnetta', questa poi con la cottura calerà). Sollevare il bordo coprendo il ripieno e spolverare la superficie con una parte dello zucchero a velo.
Infornare per 1h10' o finchè la galette risulta croccantina, il ripieno si è ridotto e i succhi sono evaporati. Cinque minuti prima di sfornare, spolverare con lo zucchero a velo rimanente. Non preoccupatevi se parte del succo fuoriesce durante la cottura, una volta terminata, diventeranno toffee...).
A fine cottura, rimuovere dal forno, lasciar raffreddare per una ventina di minuti e infine trasferire su di una griglia.
Servire il dolce tiepido o a temperatura ambiente, meglio se accompagnato da gelato alla vaniglia o panna (il contrasto con il gelato alla vaniglia o anche al fiordilatte ve lo consiglio proprio!). 


PS Dovesse avanzarvi una tazza di rabarbaro a cubetti e volete un impacco schiarente per i vostri capelli, fatelo bollire in un paio di tazze di acqua e usatelo come impacco post-shampo...(ma secondo me è un pò uno spreco di bontà)


ENGLISH VERSION

23 Feb 2011

Per tutti gli sportivi là fuori..e non solo. Il latte d'oro!

Il giallo è un bel colore, mette di buonumore, porta il sole in casa anche quando le giornate sono grigie, se poi deriva da una spezia e, precisamente, dalla curcuma, potete contare sull'effetto 'fosforescente' e decisamente interessante che darà al vostro piatto (e alla vostra lingua!).

Ma se la cromoterapia non vi basta, ecco come prepararvi una bevanda allo stesso tempo gialla, deliziosa e ...benefica!
La curcuma (o turmeric), una radice imparentata con lo zenzero, è infatti utile per contrastare naturalmente diversi tipi di dolori, in particolare quelli riguardanti le articolazioni (si pensa che questo effetto sia dovuto all'abbassarsi delle prostaglandine che causano il dolore - per questo motivo dovrebbe aiutare anche contro i mestrui dolorosi) e di origine infiammatoria.

Se non bastasse ci sono molte fonti e diversi studi (a quanto pare 688 per la precisione) che attribuiscono alla curcumina proprietà anticancerogene oltre che antinfiammatorie e antiossidanti. Le uniche persone a cui non sarebbe adatta sono le donne in gravidanza e coloro che soffrono di disturbi emorragici e calcoli biliari. *

Ad ogni modo, andiamo di ricettina.... 


GOLDEN MILK o LATTE D'ORO

Ingredienti per 2 tazze (ma una al giorno è sufficiente):
1 cucchiaino di curcuma
1 tazza di acqua
2 tazze di latte
2 cucchiaini di miele
Mettete la curcuma in un pentolino, aggiungete poco a poco l'acqua (in modo da non fare grumi) e portate a bollore. Abbassate il gas e fate sobbollire mescolando sempre per 8min. Occhio a non far bruciare o attaccare il tutto! Aggiungete poi il latte, riportate velocemente a bollore e poi togliete dal fuoco, versate nelle tazze e dolcificate con un cucchiaino di miele per ciascuna.
Potete bere il Golden milk nei giorni in cui le vostre articolazioni verranno sottoposte a stress o semplicemente se volete usarlo come 'assicurazione' in via preventiva...
Ah, non spaventatevi (o maledicetemi) se all'inizio il profumo non vi aggrada troppo. Una volta aggiunti il latte ed il miele, il sapore è buonissimo!
PS la lunga bollitura serve a 'predigerire' la curcuma così da renderla immediatamente assorbibile dal nostro corpo;-)

Infine, la curcuma si può utilizzare davvero in moltissimi piatti, io ci ho cucinato il pollo con le verdure e il riso, ma date pure sfogo alla vostra creatività. E se avete dei bimbi, il colore sicuramente piacerà loro tantissimo!


*chiedere sempre il parere del medico. Queste sono informazioni prese da varie fonti che reputo importanti ma non sono necessariamente attendibili al 100%.

15 Feb 2011

Pizza con biete e sardine

Ho fatto la piiiiizzzaaaaa!
Ok, neanche avessi scoperto l'acqua calda, direte voi!
Già, ma avevo provato numerosissime volte a farla e ogni volta ottenevo una pizza mediocre, a volte troppo pesante, altre troppo croccante, ecc... Ora invece per la prima volta  posso dire con soddisfazione di aver preparato un'ottima pizza!
Soffice, alta, saporita, digeribilissima, ... non credevo alle mie papille:-)
E' proprio vero, chi la dura la vince...

Voi che ne dite? Vi va di provarla? Ovviamente miro alla perfezione, quindi ogni vostro consiglio è super ben accetto!





PIZZA CON BIETE E SARDINE

Ingredienti

270g farina
1 bustina di lievito di birra (non quello istantaneo)
1 patata media
200ml acqua tiepida
3 cucchiai d'olio d'oliva
1 cucchiaino di sale + qb per cuocere le biete
1 cucchiaino di zucchero
passato di pomodoro qb
biete fresche a piacere (io ne ho cotte una bella pentolata così quelle avanzate le ho messe da parte per il giorno dopo)
1 scatoletta di sardine sott'olio
due cucchiai di pomodori semi-secchi spezzettati
una manciata di uvetta lasciata in acqua per 10' ad ammorbidirsi e poi scolata e asciugata
origano qb
1 mozzarella

Ovviamente gli ingredienti per la farcitura sono facoltativi e le quantità..a vostro gusto!

In una pentola far bollire la patata finchè morbida. Scolarla, schiacciarla con uno schiacciapatate e lasciarla intiepidire. Cuocere anche le biete in pochissima acqua (ne elimineranno molta da sè) finchè i gambi iniziano ad intenerirsi. Salarle solo quando si sono 'ristrette' (perderanno gran parte del loro volume).
Cospargere il lievito sulla superficie dell'acqua a cui avrete aggiunto lo zucchero e il sale. Mettere da parte finchè si sarà formata una schiumetta. Versare la farina sulla spianatoia e fare la fontana, aggiungere l'olio, la patata schiacciata, una presa di sale e l'acqua con il lievito. Impastare prima con una forchetta, poi con le mani finchè la pasta raggiunge una consistenza elastica ma non appiccicosa (una decina di minuti ca.). Regolare eventualmente con un pò di farina/acqua.
Formare una palla, inciderla a croce e lasciarla lievitare in un posto lontano da correnti d'aria per 1h ca. (finchè raddoppia di volume). Una volta lievitata, stenderla piano con un mattarello senza lavorarla troppo, finchè sarà spessa ca.4mm e metterla sulla vostra teglia da forno precedentemente unta d'olio.
A questo punto condirla a piacere!
Io ci ho messo la passata di pomodoro, l'origano, le biete, l'uvetta (sì sì, ci sta benissimo!), le sardine sgocciolate e tagliate a 'filetti' e i pomodori secchi.
Infine infornarla a 250° per 20' ca. o finchè risulterà dorata. Cinque minuti prima del termine della cottura aggiungere anche la mozzarella così avrà il tempo di sciogliersi ma non di bruciarsi. Dopodichè...sfornare e gustare bella calda!


ENGLISH VERSION

13 Feb 2011

Cucinare con i cuori


No, non sono stata colpita dalla sindrome di San Valentino, anche se la festa cade proprio domani. Queste adorabili 'measuring cups' mi stanno tormentando da quasi 3 mesi. Le ho viste per la prima volta in un carinissimo negozio di spezie a Lygon Street -uno dei negozi che amo di più qui a Melbourne, sia per la varietà che offre, che per le decorazioni - e poi, come per perseguitarmi ulteriormente in questo periodo di vacche magre (finchè non lavoro, niente sfizi!), ho iniziato a trovarle anche in moltissimi altri posti.

E non mi sono fatta distrarre nemmeno dalle loro simili a forma di fiore (il tradimento l'ho quasi sfiorato però), incredibile per una che riempirebbe la casa di flower-power!

Il fatto è che con questi misurini si possono versare dosi doppie di amore (oltre che di farina). Ne sono certa. 

E poi le torte devono essere PER FORZA più buone con tutta questa overdose di  colore rosa e sentimento... non credete?



Sì, avete capito: prima o poi... SARANNO MIE!!!

11 Feb 2011

Cheesecake al cioccolato

Scende la sera. Dopo cena sprofondiamo sul divano, mettiamo su un film, spegniamo le luci e ...
'...zzzzstoc!'
'E' quello che penso che sia?' - chiedo ( in posizione atletica pronta allo scatto) a C.
Accendiamo la luce, un frullìo d'ali, l'ennesimo 'zzzstoc!' e il mio incubo si materializza:

l'ennesima cavalletta.
la parola inglese 'grasshopper' è quasi simpatica, ma queste vagabonde dal salto facile non lo sono poi così tanto. Eh già. Tanto per cominciare ne spuntano fuori in continuazione (dopo gli incendi e le alluvioni, qua in Australia mancava una bella invasione di cavallette, altro che piaghe d'Egitto!), sono belle grasse (grasse grasshopper! haha ok, fa ridere solo me), saltano ovviamente e s'intrufolano ovunque uscendo allo scoperto sempre nei momenti in cui meno le vorresti vedere.

Se non bastassero le cavallette a farmi disperare, ci si mettono pure certi scarafaggi che è meglio non parlarne. Ahhh... l'Australia è un paradiso, ma se non amate gli insetti come la sottoscritta, beh, pensateci due volte prima di trasferirvici!! Sigh..
Quasi quasi mi mancano le cimici friulane... ma no, che dico. Facciamo che le cimici vanno a pari merito con i cockroaches al terzo posto. Al secondo mettiamo le cavallette. Al primo... l'innominabile. Lui, quello che PER ORA (ci tengo a specificare, per scaramanzia, visto che l'estate non è ancora finita. Poi in teoria dovrebbe andarsene anche in letargo) in casa non mi è ancora entrato: il ragnazzo da kg per eccellenza, ovvero lo schifosissimo Huntsman. BRRRRRR
Saranno anche creature meravigliose (agli occhi di qualche insettologo - si dice così?mah) ma moooolto meglio per tutti se se ne stanno in giardino:-/

Ma passiamo ad un soggetto decisamente più invitante, ovvero il cheesecake al cioccolato che ho 'creato' in poche, velocissime mosse (la mia rapidità avrebbe lasciato di stucco anche miss saltaerba!), utilizzando per la base quello che avevo in dispensa, fra cui del cocco disidratato (I love coccobellococcodemammaaaa) e per il ripieno pochi ingredienti ma buoni. Il risultato?
C. ad ogni boccone mi guardava annuendo e mugolando soddisfatto. Scrumptious, come direbbero qua!



CHEESECAKE AL CIOCCOLATO


Ingredienti


150g farina di cocco
2 albumi
80g zucchero
200g formaggio cremoso spalmabile (tipo Filadelfia)
200g crema di nocciole (tipo Nutella)
80g burro fuso
cioccolato fondente a piacere

Mescolare molto bene il cocco con gli albumi e lo zucchero, finchè ben amalgamato. Se ne stringete un pò fra le dita, deve risultare piuttosto modellabile. A questo punto prendere uno stampo non troppo grande (io ne ho usato uno quadrato, ma se l'avete tondo usatene uno da 20cm di diametro circa), foderarlo con carta da forno oppure imburrarlo leggermente e versarvi il composto di cocco. Pressarlo bene sul fondo con l'aiuto di un cucchiaio e sui lati, cercando di 'spingerlo' verso le estremità per far sì che si formi un bordino alto circa 2/3cm. Infornare a 180° per 25'. Una volta cotta la base, rimuoverla dallo stampo e lasciarla raffreddare su una gradella (attenzione a non romperla, siate delicate/i!).
Mentre la base cuoce in forno, mettere il filadelfia in una terrina, aggiungere la nutella e mescolare bene finchè il composto risulta omogeneo, dopodichè versare poco a poco il burro fuso, sempre mescolando e una volta amalgamato, trasferire la crema ottenuta nella base già raffreddata. Decorare infine con scaglie o riccioli di cioccolato fondente e lasciare in frigo almeno un paio d'ore prima di servire (questo darà il tempo al ripieno di raggiungere la giusta consistenza).

Divorare con piacere!

ENGLISH VERSION

6 Feb 2011

Castagnole di carnevale

L'aria qui è sempre, perpetuamente carica di un'energia strana, invisibile ai più magari, ma se ci si fa attenzione, la si può facilmente notare. Tutto o quasi è intriso di nostalgia. Dai vecchi edifici in stile europeo, ai negozietti dei commercianti di tutto il mondo...
Ieri:
Camminavo per le strade del centro, prima, e per i sentieri di un parco, poi. E che fossero i volti sorridenti dei Cinesi che festeggiavano il loro Capodanno, o quelli sereni e vivaci dei Greci che ballavano al suono del bouzouki, la storia era la stessa: momenti di festa intrisi di nostalgia.
Dalle bancarelle con i libri scritti in greco e le nonne che insegnano alle nipotine le danze tradizionali, mentre le mamme vendono dolci fatti con le loro mani secondo ricette tramandate nel corso dei secoli, ai bastoncini d'incenso dei cinesi, alle loro preghiere farfugliate in fretta di fronte a un piccolo altarino in mezzo ad una folla di connazionali e curiosi, tutto è una conferma di questo sentimento.
Qui si vive bene, il tempo è solitamente clemente, è una terra ancora quasi intatta (al confronto delle nazioni europee ad esempio, che sono delle signore un pò mature), da amare e da scoprire e che offre ancora la possibilità di una vita 'facile'. Eppure... l'immigrato qui continua a rimuginare sulla SUA di terra, quella che magari ora è coperta di fabbriche puzzolenti o di governanti poco probabili. La terra che li avrebbe fatti morire di fame o magari anche 'solo' impazzire una vita per una casa. Perchè? 
Perchè un uomo che non sa da dove viene è come un albero senza radici: non sta in piedi.
Perchè l'uomo che rinnega il suo sangue (per quanto povero e umile) non avrà mai felicità nemmeno nella terra più ricca.
Perchè dentro, nel suo corpo, si porta il sangue, i pensieri, le emozioni di chi lo ha preceduto, senza i quali non sarebbe qui, vivo, oggi.
E il celebrare le proprie tradizioni equivale a festeggiare le generazioni di uomini e donne che attraverso l'intrecciarsi dei fili delle loro vite hanno portato a  loro.

Mi includo nella categoria e celebro anch'io con qualcosa di tradizionale. Qui il Carnevale non si festeggia ma alle Castagnole non voglio rinunciare!




CASTAGNOLE DI CARNEVALE

Ingredienti:

300 gr farina bianca bio
50 gr riso macinato o farina di riso bio (volendo si può sostituire la farina bianca con quella di riso per una variante senza glutine)
2 cucchiaini di lievito
75 gr zucchero
1 busta di zucchero vanigliato
2 uova organiche 
buccia grattuggiata di 1 limone non trattato
1 cucchiaio di succo di limone non trattato
1 presa di sale
50 gr burro organico
40 gr zucchero a velo
olio di semi per friggere

Per un'alternativa originale, aggiungete alcune gocce di acqua o essenza di rose all'impasto.

Mescolare farina, riso macinato (o farina di riso) e lievito e setacciarli sul piano di lavoro. Formare un incavo al centro e aggiungervi zucchero, zucchero vanigliato, uova, la buccia grattugiata del limone, il suo succo e il sale. Se usate l'acqua di rose è il momento di versare anche quella. 
Con una forchetta lavorare questi ingredienti con una parte della farina fino ad ottenere un impasto denso. Aggiungere il burro freddo tagliato a dadini e coprire con la farina rimanente. Lavorare il tutto con le mani fino a che l'impasto diventa liscio e compatto (se dovesse risultare attaccaticcio metterlo al freddo per qualche minuto).
Suddividere l'impasto in 5 parti e formare altrettanti rotolini lunghi circa 60 cm e grossi quanto un dito, tagliarli poi a pezzettini di 2 cm di spessore e formare delle palline lavorandoli tra i palmi delle mani. Friggere infine nell'olio bollente (controllando la temperatura con uno stecchino.
E' consigliabile friggere al massimo 30 castagnole alla volta e per non più di 3/4 minuti mescolando continuamente. Completata la cottura lasciare raffreddare e cospargere poi con zucchero a velo.


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