5 Jan 2013

Tradizionale pinza della Befana

Qui in Friuli e in tutta la zona del nord-est italiano, è usanza tipica per la Befana, organizzare dei falò propiziatori detti a seconda del posto in cui ci si trova 'pignarûl' o 'foghèra' o 'panevìn', ecc... In ogni paese ci sono gruppi di volontari che nei giorni antecedenti accatastano legna e rami per creare la pira attorno ad un palo al quale viene poi solitamente legato anche il fantoccio della 'vecia': la strega o befana, simbolo dell'anno vecchio.
I fuochi vengono accesi alla sera (alcuni, come quello famoso di Tarcento, UD, il 6 gennaio invece che il 5) e la gente si riunisce attorno ad esso, bevendo vin brulé e gustandosi la pinza, il dolce tipico di questa festa. Ci si diverte poi a 'indovinare' un pò il futuro osservando con attenzione la direzione in cui va il fumo dei fuochi. Qui da noi c'è il proverbio che dice 'Cuant che il fum al va a soreli a mont, cjape il sac e va pal mont. Cuant che il fum al va a soreli jevât, cjape il sace va al marcjât' ovvero: quando il fumo va verso il sole che tramonta (ovest) prendi il sacco e vai per il mondo (emigra). Quando il fumo va a oriente, prendi il sacco e vai al mercato (abbondanza) e quest'anno sarò proprio curiosa di vedere da che parte va! Ci sono poi varie credenze tipo quella che dice che se il fantoccio non brucia, allora è segno di malaugurio, lo stesso se il palo cade prima di otto giorni..insomma, paese che vai usanza che trovi.
Sarà che in questi giorni mi sto leggendo il libro 'Il giardino dei benandanti' che è proprio ambientato in Friuli nel 1500 e parla tanto di credenze, riti, magia della nostra terra a quei tempi, beh quest'anno l'idea di festeggiare questa nostra tradizione così antica mi piace ancora di più:-)

Non volevo straviziare dopo il Natale, ma non ho resistito... non è la befana se non si mangia la pinza! E così mi sono data da fare ancora una volta in queste feste e..trac! due belle teglie di dolce da mangiare e regalare! 

Questa volta mi sono discostata leggermente dalla ricetta che uso di solito, vi segnerò quella e anche le modifiche di questa volta, a me piacciono entrambe le versioni la prima si avvicina di più all'originale. Ah... dimenticavo... ci sono le varie scuole di pensiero: con o senza zucca e con o senza polenta... io le uso entrambe, poi..fate vobis!

 La zucca di mia zia Pia... tagliata così non vi sembrano due fiori di hibiscus???

TRADIZIONALE PINZA DELLA BEFANA

per una teglia grande o due medie, rigorosamente rettangolari.

500g farina (questa volta ho messo 400 di frumento e 100 di grano saraceno)
1 bustina e 1/2 di lievito
300g zucchero (questa volta metà bianco e metà mascobado)
3 uova grandi
1 bicchiere di olio vegetale (io ho fatto a metà con del burro fuso, perchè avevo finito l'olio)
1 bicchiere di latte
1 tazzina di grappa buona
2 pugni di farina di polenta 
500g di fichi secchi tagliati grossolanamente a pezzi (io ho usato i miei che avevo messo via sotto rum)
200g uvetta ammollata
1 scodella di zucca stufata (io l'ho cotta in forno perchè amo il sapore caramellato che prende quando inizia ad arrostirsi) e schiacciata con una forchetta per farne un purè
sale qb
1 mela a pezzetti
1 manciata di semi di finocchio
10-15noci a pezzi
1 bustina di vanillina (o estratto liquido) - Io ho aggiunto della scorza d'arancia disidratata (ottima quella della Sonnentor dei negozi bio)

Mescolare prima gli ingredienti secchi, aggiungere a mano a mano i liquidi e per ultima la frutta (secca e non). Amalgamare bene e infornare in una teglia molto capiente, rivestita di carta da forno, a 190°C per 10 minuti, poi abbassandola temperatura  a 180°C proseguite la cottura ancora per 1h20' finchè ben colorita. Provate la cottura con uno stecchino. Se tenta a bruciarsi troppo coprite con un foglio di stagnola.

Da gustare con del buon vin brulé, se non davanti ad un falò, magari di fronte al fuoco acceso!


3 comments:

Giuliana said...

la pinza "sott li boris"!!
Anch'io l'ho fatta per la Befana....
Da noi, ad Arzene il falò lo chiamiamo arborar..
cambia solo il nome ma la tradizione è la stessa...

ogni famiglia ha la sua ricetta per la Pinza, e io sono stata sul classico della mia famiglia, ma mi piace trovare altri modi, per cui la tua sarà sicuramente la prossima che proverò a fare...
grazie e tantissimi auguri per il nuovo anno.

Giuli

Unknown said...

Ma ciao Giuli! Ben, non sapevo fossi di Arzene.. ho abitato lì per un annetto anch'io! A parte questo mi fa piacere che tu voglia provare anche la mia variante, tu invece come la fai? Anche a me piace sperimentare diverse ricette, perchè si impara sempre qualcosa:-) Sei andata poi a vedere l'arborar? Questo nome non lo conoscevo ma mi piace proprio! Io sono andata a Tarcento alla fine, è stato bello anche se purtroppo non sono salita fino in cima al ciscjelat... sarà per il prossimo anno!
E ora.... buon carnevale!!!

annamaria said...

E allora saluti da Valvasone, leggi cosa facciamo da queste parti, sto lavorando per mettere anche delle foto (valvasonerasmo.blogspot.com
Magari aggiungo anche questo blog.
Annamaria